Il sorriso dei burattini

Perché Bigio si chiama «Bigio»?

«Il biscotto mi è venuto molto buono!» diceva Luigi Giacomo Milesi, per tutti “Bigio”.
Era il 1932, e in una San Pellegrino Terme in pieno stile Liberty nasceva dal suo omonimo fondatore il Biscotto Bigio: una mezza luna burrosa e dorata che ancora oggi viene prodotta come allora.
Luigi “Bigio”, oltre ad essere pasticcere, era anche un burattinaio. Durante le rappresentazioni, regalava le sue dolci mezzelune al pubblico: i bambini li usavano per fare baffi, sopracciglia, sorrisi… E così, i burattini del Bigio prendevano vita, anche grazie ad un biscotto.

Sapete mamme perché piange il vostro bambino? Perché vuole il biscotto di San Pellegrino!

La maschera di Luigi era il Gioppino, e a fine spettacolo lo salutava come un amico: con un inchino, un biscotto e una frase che ancora ci fa sorridere: «Tieni, Gioppì, sta’ felice, prenditi un Bigio».

Dopo un litigio col padre, Luigi ricevette in dono una collezione di marionette. Fu un regalo di pace, ma anche una rivelazione: Bigio fece delle marionette uno stile di vita, una supplemento di anima accanto al suo lavoro di pasticcere, che trattava con lo stesso amore e la stessa cura.

Oggi i Burattini Bigio sono ancora qui con noi, nella pasticceria e nella hall dell’hotel. 
Per ricordarci che un biscotto può diventare un sorriso.

Che le storie, se sono belle, non finiscono mai.

E che Luigi, da dietro le quinte, è pronto a far sorridere ancora.

Burattini Bigio

Il Biscotto di S. Pellegrino

Lo chiamiamo “il biscotto del Bigio”, ed è proprio così: quasi cent’anni fa il Bigio lo sfornava per la prima volta e da allora questo biscotto ci fa compagnia. Un’irresistibile mezzaluna dorata, burrosa e profumata, che è il nostro modo di darti il benvenuto.

Bigio Hotel Ristorante e Pasticceria_4